What I Missed In Milan Fashion Week: Misael

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Many of you know that I couldn’t attend the Milan Fashion Week.
I have other priorities in my life at the moment but I must be honest: I wanted to be there so badly!!!
So I decided to highlight some of the events I was invited to join and I decided to reward the merging brands such as Misael.
On Sept 22, within the Fashion Week, Misael, an international project based in Shanghai and Vicenza, presented a new collection with a provocative title: MADE IN CHINA, therefore declaring the full provenance of products and ideas to create awareness of the Chinese cultural phenomenon now consolidated in the international economy.
The Brand designed a photo campaign in Shanghai to communicate clearly the source of the new Maison, giving an avant-garde vision of the current Metropolitan style.
The evening gathered many guests both among journalists and buyers awaiting the next Collection as it will be the first large deployment (at the time it is only available in Misael outlets and Showroom in Milan, Paris, Barcelona and Shanghai).
The evening took place in a very elegant antmosphere and it was enriched by elegant bloggers & stylists and characters of the Milan fashion.
Despite the initial controversy over the incursion of Made in China in the Week of Italian fashion, the provocation was greeted with a nice consensus , thus contributing to overcoming the stereotype and looking forward on multi-ethnic and intercontinental.
For the product launch in Italy, the Creative Director and artist Angelo Cruciani with the support of the Photographer Manuel Scrima have designed a Fashion Show that exalted MADE IN CHINA as an east-ethical new concept; indeed, countless are the productions at every level that were moved to Asia, even for brands that refuse to declare it.





I 22 settembre all’interno della Fashion Week , tra i grandi marchi che hanno fatto dell’Italia il paese della Moda, Misael ha presentato la propria collezione: progetto internazionale con base a Shanghai e Vicenza, che oltre alla moda si occupa di Cultura ed Espressioni Creative.
Misael propone una Nuova collezione con un Titolo forte: MADE IN CHINA che dichiara la provenienza totale del prodotto e delle idee, un passo innovativo e deciso che mira a prendere coscienza del fenomeno culturale cinese ormai consolidato nell’economia internazionale.
Il Brand ha concepito una campagna fotografica a Shanghai per comunicare esplicitamente la provenienza della Nuova Maison, dando una visione avanguardista dell’attuale stile metropolitano orientale.
La serata ha raccolto molti consensi sia dalla Stampa ( 46 le testate presenti) che dai Buyer che attendono la Prossima Collezione poichè sarà la prima a grande distribuzione, (al momento sarà soltanto disponibile nei punti vendita Misael e presso gli Showroom di Milano ,Parigi, Barcellona e Shanghai).
Il clima era molto elegante e arricchito dall’elegante presenza di Ospiti molto accurati tra Press, Blogger & Stylist, Buyer e Personaggi della Milano Moda.
Nonostante le prime polemiche sull’ incursione del Made in China dentro la Settimana della Moda Italiana, la provocazione è stata poi accolta con un piacevole consenso generale ad aprire le braccia alle possibiità orientali, contribuendo così al superamento dello stereotipo e guardando in avanti su prospettive multietniche ed intercontinentali.

Per il lancio del prodotto in Italia il Direttore Creativo e artista Angelo Cruciani con il supporto del Fotografo Manuel Scrima hanno concepito un Fashion Show che esalta nell’italianissima Settimana della Moda il MADE IN CHINA come nuovo concetto est-etico; innumerevoli sono ormai le produzioni ad ogni livello traslate in Asia,anche per i marchi che rifiutano poi di dichiararlo…….
Io punto su questo marchio!


Picture of Francesca Romana Capizzi

Francesca Romana Capizzi

fashion blogger di roma, amo condividere la mia passione per la moda e soprattutto definirmi l'unica, vera, originale (s) fashion blogger

45 risposte

  1. Non male questo marchio! Non lo conoscevo affatto, sai… Comunque, tra le altre cose, c'è da apprezzare anche la sincerità. La loro collezione si chiama MADE IN CHINA e non millantano made in Italy che l'Italy la vedono solo quando arrivano nei vari punti vendita….
    Divertite ieri care?

  2. Ciao bella, hai un premio sul mio blog a voi, grazie per sempre me la lettura.
    Sono contento che erano alla settimana della moda, i vostri abiti sono belli, sei molto chic
    Duapara

  3. è una scelta interessante, quella di questo marchio! sovversiva, per certi versi. fa pensare che il problema non dev'essere la provenienza in sè, ma i modi e i materiali con cui i capi vengono prodotti! 🙂 ciao bionda! PS: ho capito percè non ti riconoscevo, ehehe, eri rosso fuoco ai tempi! 🙂

  4. Io invece no, mi dispiace. Segna soltanto un ulteriore passo del nostro sistema-paese (per usare un'espressione che di solito mi fa storcere il naso) verso il declino irreversibile.
    In questo caso gli investitori escono allo scoperto, non trattandosi di stilisti italiani che in Italia fanno cucire soltanto l'etichetta "made in Italy", oppure fanno produrre a maestranze cinesi assiepate in scantinati in Italia, ma è tutto alla luce del sole, questa è l'unica differenza eclatante.

  5. Bella, onesta e forte l'idea di dichiarare il made in china! APPROVO!!! E ne ha fatto anche un concept e un tema. Grande!!!

    GLORIA
    { Scacco alle Regine }

    PS: sono venuta a Roma e non ci siamo viste.. mi vuoi bene lo stesso?

  6. This is a great post! Francesca, it is true, a lot of companies, even the high end ones are turning to China for production. The labor is cheaper and let's face it, it is a struggling economy, I don't know about Italy but in the US the quality of the materials has started to decline, 100% anything is hard to come by, polyester, viscose, unheard of materials are starting to get blended into cotton and everything is really THIN… Thank you for sharing, and hopefully you will get to go to Milano Fashion week soon! Ciao bella!

  7. Mah brunhi secondo me dipende da come li fanno, e in questo caso non credo che sia tipo quello che fanno vedere in TV, Io penso che la cina abbia diritto a svilupparsi e magari ad uscire da quella specie di megadittatura in cui si trova