La tutela della privacy sul web e quella delle libertà personali sono ormai diventati problemi importanti nella nostra società, sempre più orientata al mondo del web, della tecnologia e del 2.0. Scopriamo insieme i rischi per il futuro.

La tutela della privacy sul web è argomento alquanto scottante. Il lungo braccio di ferro che ha coinvolto l’FBI ed Apple sembra essere solo un antipasto del problema “privacy-sicurezza interna”. Qualche mese fa l’agenzia federale statunitense aveva chiesto alla famosa azienda di Cupertino lo sblocco dell’iPhone usato dai killer che uccisero 12 persone in un centro di assistenza per disabili a San Bernardino ma la famosissima casa californiana si era rifiutata di farlo per tutelare la privacy dei propri clienti.

La tutela della privacy sul web sembra aver vinto.

Dopo alcuni mesi di tira e molla e di udienze in tribunale, che minacciavano di arrivare fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti, l’FBI ha fatto sapere che l’istanza contro Apple è stata ritirata perché, grazie all’aiuto di una terza persona (fonti vicine al dipartimento parlano di un hacker israeliano) sono riusciti a sbloccare lo smartphone e a raccogliere tutte le informazioni necessarie.

La disputa però potrebbe non essere finita qui, perché Apple aveva messo ben in chiaro che, se i federali fossero riusciti ad “aprire” il dispositivo di Syed Farook, loro avrebbero chiesto di conoscere il metodo utilizzato. Dal punto di vista legale sembra, quindi, che la battaglia sia ancora lunghissima, proprio perché l’FBI potrebbe rifiutarsi di condividere con Cupertino le informazioni perché considerate “top secret”.

Si crea così un pericoloso tiro alla fune dove da una parte c’è il governo degli Stati Uniti che ritiene che le informazioni contenute nell’iPhone siano indispensabili ai fini dell’inchiesta sul presunto attacco terroristico compiuto dall’ISIS. Dall’altra troviamo la società di Tim Cook che è determinata a non concedere questa “intrusione” alla tutela della privacy sul web dei cittadini perché potrebbe essere la prima di una lunga serie di intromissioni che andranno a limitare la sfera personale degli utenti.

Apple crede fortemente che le persone negli Stati Uniti e in tutto il mondo abbiano il diritto alla protezione dei dati, alla sicurezza e alla tutela della privacy sul web. È questo il cavallo di battaglia che Cupertino porta avanti da anni.

Ma negli ultimi giorni c’è stato un nuovo colpo a tutela della privacy sul web dei cittadini di tutto il mondo.

Il servizio di messaggistica più diffuso al mondo, WhatsApp, ha fatto sapere che tutti i messaggi che transitano per la piattaforma sono criptati. Inaccessibili, quindi, a chiunque chieda di leggerli o provi a farlo: malintenzionati, forze dell’ordine o dei dipendenti della società stessa. Non c’è e non ci sarà alcuna «backdoor» (porta aperta agli eventuali interventi delle autorità) in nome della sicurezza.

Anche altre applicazioni di messaggistica istantanea come Telegram e BlackBerry Messenger utilizzano la crittografia da anni.

Proprio per questo motivo, per anni, nei paesi arabi i BlackBerry erano vietati o non funzionavano, perché, per avere accesso ai dati, era necessaria un’autorizzazione da parte di RIM la società proprietaria di BlackBerry.

Ricordate la rivoluzione dei quartieri di Londra nel 2011? Si dice che il BlackBerry Messenger ebbe un ruolo centrale nell’organizzazione degli scontri per le strade della capitale inglese, proprio perché i messaggi al suo interno non potevano essere intercettati dalle autorità.

Tutti questi casi ci spingono seriamente a riflettere su un problema che sarà di difficile soluzione.

In una società come la nostra, orientata al web e al 2.0, si discuterà a lungo nei prossimi anni se sarà giusto o meno sacrificare alcuni principi fondamentali come le nostre libertà civili e la nostra privacy a favore della sicurezza internazionale.

Voi cosa ne pensate?

 

The long standoff that involved the FBI and Apple seems to be just an appetizer of the problem “inner-privacy security.”
A few months ago the US federal agency had asked the famous Cupertino company to unlock the iPhone used by a killer who shot down 12 people at a center for disabled people in San Bernardino but the famous Californian company had refused to do so to protect the privacy of its customers.
After months of wrangling and court hearings, which were threatening to reach the US Supreme Court, the FBI said that the case against Apple was withdrawn because, with the help of a third person (sources close to the department speak of an Israeli hackers) they have been able to unlock the smartphone and collect all the necessary information.
The dispute, however, may not be over here, because Apple had made it clear that if the feds had managed to “open” the Syed Farook device, they would have asked to know the method used. From the legal point of view it seems, then, that the battle is still very long, because the FBI could refuse to share with Cupertino information because they are considered “top secret”.
But in recent days there has been a new blow to protect the privacy of citizens around the world.
The most widely used messaging service in the world, WhatsApp, said that all messages that pass through the platform are encrypted. Inaccessible, then, to anyone who asks you to read them, or try to do it: criminals, law enforcement or the employees of the company itself. There is not and there will not be any “back door” (door open to possible intervention by the authorities) in the name of security.
Even other instant messaging applications like BlackBerry Messenger Telegram and use encryption for years.
All these cases push us to seriously reflect on a problem that will be difficult to solve.
In a society like ours, oriented to web and 2.0, is it right to overtake some fundamental principles as our civil liberties and our privacy in favor of international security?
What do you think?

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David Ferraro

Technology “Non basta una vita per descriverci, figuriamoci una bio!” Sono il frutto di tutte le relazioni umane subite dall’11.06.1985 ad oggi. Da sempre appassionato di sport, di nuove tecnologie e di comunicazione. Henry Ford diceva: ” C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una tecnologia diventano per tutti”. Quindi, per far conoscere alla persone l’innovazione, dobbiamo comunicarla!

4 risposte

  1. tema interessante ma delicatissimo. io credo che per la sicurezza sia giusto rinunciare ad un pezzettino di privacy, ovviamente in maniera misurata. nel senso: alla CIA dei miei messaggi banali con le amiche frega zero quindi neppure li guarderebbero, ma se servisse per evitare un attentato il fatto che possano accedere, PER MOTIVI GRAVI, alle chat non mi turberebbe. la privacy delle persone oneste è sacra? ottimo allora facciamo in modo che sia legale però poter accedere invece ai dati di uno che ha ucciso 12 persone. non gli si sta levando un diritto umano inalienabile, si sta indagando. io la penso così, anche se spiegarmi bene in poche righe non è semplice….
    http://www.audreyinwonderland.it

  2. NOt easy to answer just in a few lines….but in my opinion general interest must be above personal privacy especially if that person has broken laws and has infringed other people’s rights.

    Don’t miss today my Boho-chic outfit with long floral print dress….it has very special details and I have combined it with a pair of comfy but eye catching sandals!! 😉
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    ❤ Kisses from http://www.withorwithoutshoes.com
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