Presso l’Accademia L’Orèal, in presenza del Ministro dell’Istruzione, rettori, professori e manager de L’Orèal scopriamo con orgoglio che i giovani italiani danno un calcio alla crisi! Ecco come…
Tutti abbiamo nella nostra memoria emozionale l’immagine del ragionier Fantozzi che corre, con la lingua di fuori e tra gli inni ultrà dei cari colleghi che però non tendono alcuna mano, a timbrare l’inizio della sua giornata di lavoro sotto l’egida del mega direttore galattico. Risate che lasciano però in bocca un sapore amaro, l’amaro sapore di un lavoro che non è piacere, non è crescita né evoluzione né sinergia, il sapore amaro di un lavoro che è solo dovere, il dovere di timbrare il cartellino in perfetto orario e magari solo scaldare un posto tra una genuflessione e l’altra. Per uno stipendio a fine mese che consenta (alla propria moglie e alla famiglia intera) di riempire tutte le dispense del sacro pane.
Questa immagine, però, non ce l’hanno i nuovi giovani e se non è impressa in loro l’”inetto a vivere” magistralmente messo in scena da Fantozzi non entrerà nel nostro futuro. Grazie al cielo.
In un’epoca storica dannatamente complessa, con un semplice tweet e senza pleonastiche polemiche gli studenti italiani hanno dichiarato al Prof. Mannheimer, e al mondo intero, che loro avranno esattamente il lavoro che vorranno. Senza se e senza ma, i nuovi giovani hanno messo in mezzo tutti i dottori e ciascun professore. E messo in scacco la crisi.
Con un tweet, un microfono ed un click il nostro futuro ci ha detto a chiare lettere come sarà il lavoro di domani. Prima ancora, il nostro futuro ci ha detto che domani il lavoro ci sarà. Punto.
E noi tutti qui seduti con il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, con i Rettori delle Università di Napoli (Gaetano Manfredi) di Catania (Giacomo Pignataro) e Luiss di Roma (Massimo Egidi), con l’Amministratore delegato L’Oréal Italia, Cristina Scocchia, e con il direttore delle sue Risorse Umane, Andrea Guaraldo, rimaniamo un pizzico sorpresi. Enormemente ammirati.
Perché no, in una contingenza sociale così motivazionalmente sfibrata, non puoi rimanere indifferente davanti alla giovane certezza di impiegarsi entro i prossimi cinque anni. Ancora, di più, di impiegarsi nella maniera più soddisfacente e conforme alle proprie inclinazioni, ai propri studi, alle proprie aspirazioni. Ancora, e qui ci si emoziona veramente, di dare una sociale utilità, ed un valore vero, a questo nuovo impiego.
“Per i nostri studenti” – ed è l’Amministratrice delegata de L’Orèal Italia a riportarcelo con orgoglio – “il contenuto del lavoro svolto è più importante rispetto alla remunerazione e alla possibilità di far carriera. E l’azienda (la realtà lavorativa tutta; n.d.r.) deve essere etica e onesta, deve rispettare la diversità dei dipendenti, deve saper motivare e valorizzare le qualità di ogni singolo collaboratore, deve lavorare per obiettivi con flessibilità riguardo ad orari e luoghi di lavoro”. Perché è questo che i giovani vogliono, e costruiranno, per un domani migliore.
E allora capisci. Capisci che i nostri giovani hanno più che mai ragione nell’apprezzare in grande maggioranza la preparazione teorica che le scuole e le università nostrane forniscono, capisci che, sì, i nostri docenti tutti hanno fatto e fanno ogni giorno la differenza nella formazione della società. Perché se così non fosse, i nostri nuovi giovani non avrebbero così chiara e netta la distinzione tra labor (faticare da servi) e opus (fare un’attività creativa che ami e che senti che è importante). E non sceglierebbero oggi, senza la minima esitazione, l’opus al labor.
Questa, sì, questa è evoluzione. Nella (meritocratica) valorizzazione delle singole individualità e nella loro (collettiva) integrazione.
Mi sorprendo, incanto, mi emoziono e capisco. Capisco che, no, non sono soltanto parole e a ricordarmelo sono le mura stesse dell’AccademiaL’Orèal di Roma che adesso ospita studenti, Ministro e Professori, ma una manciata di giorni prima mi ha mostrato, con i fatti, il futuro già mischiato al presente, per cambiarlo.
E’ vero, sì, la mia attenzione si concentra sulle persone e dopo, solo dopo, su un prodotto.
Perché un prodotto nasce dalle persone (che lo ideano, ne studiano la realizzabilità e l’ottimizzazione di ogni sua qualità,lo producono, lo tastano, lo promuovono, lo vendono) e alle persone arriva. Sempre.
E l’esperienza ormai non mi lascia grandi margini per i dubbi: se le persone che “operano” (da opus!) con e/o per un prodotto sono professionali, se in quel prodotto mettono tutta la loro energia vibrazionale, il prodotto non può essere che di qualità.
Quando poi, come nella serata tenutasi all’Accademia L’Orèal di Roma dedicata al nuovo trattamento d’eccezione Kerastase Fusio-Dose, la professionalità è assoluta, in docenti studenti dirigenti e impiegati tutti, e ad essa si abbina una attenta gentilezza all’umano, una di quelle gentilezze che non si può improvvisare ma si può, semmai, insegnare e tramandare, allora il prodotto non può che essere di qualità sorprendente. E, sì, mi ha sorpresa.
Dietro un prodotto c’è sempre l’essere umano. Ed è su di lui che, con i nuovi giovani, grazie al cielo si torna a puntare.
Alessandra
“Lavorare è una parola molto brutta che deriva dal latino labor che vuol dire faticare da servi. C’è un’altra parola molto bella che in italiano non ha una traduzione precisa che è opus ,vuol dire fare un’attività creativa che ami e che senti che è importante: ecco, cominciare a fare un opus invece che un labor è un passo essenziale. Tutti ne sono tranquillamente in grado perché tutti amano qualcosa, tutti. Si tratta solo di trovare abbastanza eros, abbastanza intelligenza, abbastanza ampiezza, abbastanza abbondanza da non aver paura di essere sé stessi. Si dice:<< Eh, ma vuol dire cambiare vita!>> Sicuro! <<Vuol dire cambiare abitudine!>> E’ inevitabile! D’altra parte, in questo periodo, o cambi i muori”.
(IGOR SIBALDI)
L’Oréal Academy hosted the Minister of Education, rectors, professors and managers of L’Oreal to discover with pride that young Italians give a kick to the crisis! Me and Esmeralda have the opportunity to attend this important event!
L’Oreal wants to focus on young talents and I am very proud of it!
Alessandra