Carnevale e le maschere. Se ci pensiamo attentamente, siamo in fondo tutti maschere in sfilata sui gran carri del corteo di Carnevale.
Carnevale e le maschere… un tempo, tanti, ormai tanti anni fa, a febbraio si vedeva circolare per le strade uno strano quartetto: una coppia d’amore nell’esatto centro guidata da un bianco saltimbanco e scortata, alle spalle, da un taccagno e logorroico brontolone.
Chiusa nel suo stretto corpino a fiori bianco e blu, le gambe ammantate di rosso danzanti dentro l’ampia gonna fiorata, la donna saettava dalla sua cuffietta sguardi ammiccanti e irriverenti mentre l’uomo al suo braccio lanciava ovunque nell’aria tutti i colori che aveva indosso, giocoso e scialacquatore. Ad annunciare il variopinto e malizioso incedere il fischietto del candido giullare nascosto dietro il nero del suo contorno occhi e sotto il bianco del cappello saltellante al passo ballerino dei suoi piedi. In chiusura e riparazione di tanto dissipare, baldanzoso avaro diffidente e sputasentenze, un vecchio uomo in calzamaglia rossa raccoglieva ciabattando ogni colore lanciato al vento, risati sguardi e tutti gli ammiccamenti.
Il quartetto avanzava in apertura di un lungo corteo di carri variopinti carichi di uomini di ogni tempo e origine e sociale estrazione, da Meo Patacca a Rugantino, passando per Rosaura e Menenghino per approdare a Tartaglia e al Dottor Balzone. Con Pierrot e la sua lacrima a reclamare coccole e tanta affetto ed ogni tipo di attenzione.
Era una gioia, tutto un colore, una gran festa per ogni cuore che accorreva alla finestra e per le strade a guardare, acclamare, ridere e saltare. Liberi dentro ed inchiodati fuori al buonumore.
Gli anni sono passati, ne son passati tanti, e oggi, a carnevale, quel carretto e quei gran carri non si vedono più in nessuna delle nostre strade, tutte le piazze ne sono oramai deserte.
Sono passati gli anni, ne sono passati tanti, forse quegli uomini colorati, quei variopinti calchi della nostra umanità, sono invecchiati e si sono tristemente spenti. Forse, sì, sono invecchiati in una manciata di decenni ed hanno lasciato ad altri gioco e campo dopo secoli, decennio per decennio, di presenza per le strade e in ogni focolaio festaiolo. Con allegria, ironia e grande vivacità. O forse sono ancora tutti qui, in questo breve mese di febbraio, durante il carnevale, liberi di essere quel che sono dietro maschere diverse e più moderne ma con lo stesso, medesimo buonumore. Forse se togliamo la parrucca ad una filiforme e più moderna ma ugualmente irriverente e maliziosa Morticia ci imbattiamo nella candita cuffietta di Colombina al braccio del suo variopinto e rattoppato Arlecchino racchiuso nel gessato ben stirato di un sorridente Gomez. Forse il bianco trucco dei tanto gettonati ed idolatrati uomini-vampiro nasconde dissimula e confonde la candida tunica del caro vecchio e pigro nostro amato Pulcinella rimbrottato da quel vecchio burbero e taccagno Pantalone baldanzoso dentro gli abiti e nelle piume di quello spilorcio di Zio Paperone.
Se è vero, come vero è, che il termine “persona” altro non significa che “personaggio mascherato”, allora è parimenti vero che Colombina, Arlecchino, Pulcinella, Pantalone e con loro Rugantino, Meo Patacca, Menenghino, Tartaglia, Dottor Balzone e tutti gli altri al seguito di quel vecchio gran corteo in questo breve e intenso mese di febbraio sono tutti ancora qui e, maschere come noi nel quotidiano, con noi hanno per questi giorni indossato un altro costume, quello che meglio nasconde la loro personalità. Così che tra risate e scherzi e gioia e grande ilarità emerga tra i coriandoli e si intrecci alle lunghe stelle filanti la loro più preziosa interiorità. Se è vero, come forse vero è, che siamo tutti maschere nel quotidiano, allora è indiscutibilmente vero che il Carnevale, con i suoi carri di risate e scherzi, di costumi e di colori, è il giorno della nostra più vera liberazione.
Alessandra
At one time, many, many years ago, in February , the Carnival tradition was still en vogue in Italy. The Venetian carnival was the most popular show of all. Somohow, Halloween took place in our country as well as in other European countries and now the February Carnival celebration is almost forgotten in our minds.
However, looking deeply at ourselves, we are all wearing a mask, everyday….. so maybe we can keep up with this tradition by simply going out. Don’t you think?
Alessandra
Foto: Pinterest
11 risposte
Che bel post complimenti! Kiss
“Video – Little Fairy Fashion all’evento Sarabanda” ora su http://www.littlefairyfashion.com
Love the Venezian masks! In fact I have some of them at home!
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❤ Kisses from http://www.withorwithoutshoes.com ❤
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The Carnevale looks so much fun. I would like to attend it one day in Venice. Your pink mask is so pretty.
Io non amo il Carnevale e già da piccola non amavo travestirmi, chissà perché.
Kiss
http://www.myurbanmarket.net
La tua profondità Ale è davvero impressionante…tante verità nemmeno troppo mascherate. E’ carnevale ed è forse giunto il momento di togliere una maschera ed indossarne un’altra!!!
IMPOSSIBILE FERMARE I BATTITI //PAGINA FB
io non amo il carnevale ma mi è piaciuto questo post sulle maschere che, alla fine, sono parte della vita quotidiana…
http://www.audreyinwonderland.it/
amo le feste in maschera
http://unconventionalsecrets.blogspot.it
bellissima la terzultima foto, è fantastica quella maschera!
Quanti mi piacciono le feste in maschera
I love costumes and masks. Very historic and ancient inspiration.
Io non amo il Carnevale… non l’ho mai fatto.
Bello però il tuo post!
Kisses, Paola.
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